L’importanza del valore di pH nelle SDS e nelle notifiche ai centri antiveleni

L’importanza del valore di pH nelle SDS e nelle notifiche ai centri antiveleni

Giugno 5, 2020

Uno dei parametri chimico-fisici che hanno e che avranno un forte impatto in ambito regolatorio è il valore di pH. 

Il Reg. UE 830/2015 (che modifica l’allegato II del REACH e stabilisce i criteri per le SDS) riporta che il pH deve essere indicato in SDS per la sostanza o per la miscela così come è stato fornita oppure in soluzione acquosa. In caso di soluzione acquosa, deve essere indicata anche la concentrazione. 

In aggiunta, con la nuova notifica ai centri antiveleni le modifiche recentemente apportate all’Allegato VIII del CLP impongono che, se la miscela è solida è necessario fornire il pH ad una certa concentrazione.

Qualora invece non sia disponibile alcun dato di pH si deve fornire una giustificazione per tale mancanza.

Il valore di pH è noto essere molto importante anche in ottica di classificazione delle miscele, per gli endopoint “corrosione/irritazione della pelle” (3.2 CLP) e “gravi lesioni oculari/irritazione oculare” (3.3 CLP).

Nel caso in cui la miscela contenga componenti acidi o basi forti si usa come criterio di classificazione il pH (3.2.3.3.4.1 e 3.3.3.3.4.2 CLP), ovvero in mancanza di dati sulla miscela (derivanti da test), il regolamento ritiene che una miscela sia classificata per gli endopoint sopracitati se il suo pH è ≤ 2 o ≥ 11,5. Se tuttavia, la riserva acida/alcalina indica che la miscela in questione potrebbe non essere corrosiva, nonostante il pH basso o elevato, è necessario ottenere dati di conferma, di preferenza ricorrendo ad un adeguato test in vitro convalidato.

Quindi il “pH estremo” risulta fondamentale come criterio prioritario nella classificazione rispetto alla regola dell’additività o di quella relativa alla presenza di quei componenti “particolari” (es sali inorganici, aldeidi, tensioattivi, fenoli, ecc.) che, per giudizio esperto, possono comportare una classificazione più cautelativa della miscela. 

È quindi fondamentale, dove possibile, misurare sempre il pH di tutte le miscele che si immettono sul mercato. 

Il valore di pH può essere determinato in maniera agevole utilizzando un pH-metro che determini anche la misura della temperatura. 

Si ricorda infatti che la determinazione del pH è influenzata dalla temperatura. 

Qualora si ricorra a diluizioni è necessario annotare tale operazione e riportarla poi in SDS. 

Analogamente, nel caso in cui non sia disponibile un valore di pH, è necessario riportare una giustificazione. Ad esempio, nel caso di una miscela di solventi dove il pH risulta non applicabile, la mancanza può essere giustificata con una frase del tipo “il test è tecnicamente impossibile”, o “miscela di solventi organici”, ecc.

A livello operativo, si consiglia di registrare il pH usando il seguente schema esemplificativo:

  1. pH: 13
  2. Temperatura: 25°C
  3. Metodo: 10% in soluzione acquosa

Infine, si consiglia di redigere una procedura scritta per la determinazione del pH in azienda.

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